Non sono bellissimissime e troppo da Sò???
Sulla strada del ritorno ho strappato all’autoriksciòvala la promessa che quando andremo a Ramnagar dalla famiglia di Mangla mi farà provare a guidare. Ovviamente l’autoriksciòvala è un parente di Mangla, ormai conosciamo tutti i suoi parenti e amici, perché c’è quello che vende seta, quello che vende le sari, chi fa il gioielliere, chi vende il chai (tè)… A proposito di chai… mentre aspettavamo che arrivasse il gioielliere, ci siamo fermate a berne uno per strada, da un nipote della nostra cuoca. Che più che un chaivala (dove il suffisso -vala, o -wala, -walla, indica chi vende, fa o produce una certa cosa, tipo: “riksciòvala” è colui che porta il risciò) pareva un “moscavala”,vista la quantità di mosche che giravano… Che schifo! La Cri era talmente entusiasta di bere il suo tè che ad un certo punto dal cielo è arrivata la salvezza: un piccione ha sganciato una cacata direttamente nel suo bicchiere, con una mira impressionante ché manco Guglielmo Tell!
Comunque tutto bene, a parte questo episodio e il tentativo di tradimento da parte della Michy, che sembrava molto vicina al riksciòvala… Povero Prakash, il promettente chaivala delle viette di Varanasi, che ormai si scartavetra i denti per farli sembrare più bianchi, visto l’apprezzamento da parte della Michy… Non importa se, come tutti gli indiani, si vesta in maniera ignobile e tutte le mattine si faccia leccare sapientemente i capelli da ogni vacca che incontra nel suo percorso casa-lavoro (sempre che abbia una casa e non dorma dietro il banchetto). Cotanta beltà è equamente distribuita in un metro e mezzo di altezza (di bassezza, più che altro), praticamente sopra la norma! Questo è il tipico ragazzo di Varanasi, se escludiamo i denti bianchi, visto che qui a furia di masticare il paan (un miscuglio rosso a base di betel, noce moscata ed erbe digestive) hanno tutti i denti rossi e completamente rovinati. Per di più si ostinano a parlare con ‘sto pastrocchio in bocca e poi si domandano perché non li capisci! Quindi, amiche mie, non vi consiglio l’India come luogo per incontrare l’uomo dei propri sogni. Anche se la domenica sul giornale ci sono gli annunci matrimoniali, e in giro per le strade ogni tanto si vedono le insegne di “arrangiatori di matrimonio”.
Arrivate finalmente a casa, c’era Neelu, la ragazza che avevamo chiamato per farci fare l’hennè che ci aspettava da più di due ore, povera bimba. Ci siamo fatte fare l’hennè su mani e braccia (a metà), c’ha impiegato un’ora per ciascuna! È stato un salasso, abbiamo pagato 150 rupie ciascuna, poco più di 2 euro!!! Ma le abbiamo lasciato una mancia di 50 rupie in tre, visto che l’avevamo fatta aspettare così tanto! È stato molto rilassante, anche se poi abbiamo dovuto aspettare 4 ore per toglierlo… Per fortuna Mangla ha pensato a noi e ci ha fatto il riso e le patatine fritte, e ogni tanto le insaporivo con i pezzetti di hennè secco che cadevano. Che puzza, tra l’altro! Però una volta tolto tutto è davvero moooolto bello da vedere!
Adesso vado a nanna, e vedremo domani cosa mi sembrerà svegliarmi con le mani marroncine! ;o)
Notte,
Sò!
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