martedì 21 ottobre 2008

13 ottobre 2008

Stamane siamo andati a vedere l’alba. Vedere il sole sorgere dalle acque della sacra Ganga, i baba intonare canti e suonare, uomini lavarsi con il sapone, altri fare ginnastica, le sari colorate stese ad asciugare, le barchette illuminate dal sole del mattino, un indiano che si faceva grasse risate e prendeva in giro i turisti in barca. Uno spettacolo davvero suggestivo, dopo tutto.
Abbiamo bevuto il tè da un signore dall’espressione triste che lo vendeva sui ghat, per poi scoprire con orrore che le tazze venivano “lavate” nel Gange. Ecco la cosiddetta “sciacquatura dei panni in Gange”!
Poi la nostra guida ci ha portato per i vicoletti di Varanasi, e finalmente ci siamo fermati a mangiare la tanto sospirata colazione, all’indiana: una brodaglia piccante con verdure servita con pane fritto, del delizioso tè profumato al cardamomo e dolcetti fritti così dolci da far venire la carie solo a vederli. Il tutto a 9 rupie. Però mi è piaciuta, sicuramente molto di più della colazione all’occidentale nella German Bakery, dove per una crepe con zucchero e limone e un lemon-ginger-honey (praticamente acqua bollita con limone e zenzero, con l’aggiunta di miele) ho pagato ben 70 rupie!!!
Pasto ci ha poi portato in un tempio dove si trova una rappresentazione tantrica di Shiva, a cui chiedere il permesso per entrare a Varanasi e per conoscerla davvero. Io ed Ariele abbiamo offerto una mala (ghirlanda di fiori), e in cambio ci siamo presi delle belle pacche sulla schiena, non so, dev’essere un modo tutto indiano per dare delle benedizioni, fatto sta che non lesinano neanche con le donne.
Ah, poi il nostro eroe Ariele si è fatto fotografare come testimonial della prossima campagna pubblicitaria della MacroMan! Mentre gli scattavamo la foto un signore si è fermato a guardarci incuriosito e quando gliel’abbiamo mostrata ha cominciato a ridere.
Oggi quindi ho bigiato la lezione di hindi, con mio sommo dispiacere. No, dai, Raju è bravissimo, solo che alle 8 di mattina io proprio sono fusa. Più del solito, intendo.

A domani,
Sò!

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