sabato 25 ottobre 2008

16 ottobre 2008

Ormai io, la Michela e la Cristina stiamo diventando le principali acquirenti dei cosiddetti pantaloni Ali Baba, larghissimissimissimi e il massimo della comodità. Altro che jeans, pantaloni risucchiati e a vita bassa (eh, mamma?)! Ora ho capito perché quando vanno in bagno non usano la carta igienica e si sciacquano direttamente con l’acqua: tanto se si sporcano o si bagnano non se ne accorge nessuno!
Stasera siamo andati in un ristorante moghul, mughal, oh insomma, mongolo! E abbiamo mangiato carne! Ormai è quasi un miraggio, dopo più di una settimana passata a cibarmi di riso-pane-verdure (in particolare patate)!!! Abbiamo mangiato molto bene, per salutare Ariele che domani parte. Mi dispiace, è davvero un ragazzo simpaticissimo!
Ieri, poi, è arrivata Silvia, un’altra ragazza di mediazione. Diciamo che la colonia italiana qui a Ram Bhavan è sempre numerosa e poderosa!
Ho conosciuto i bambini che abitano qui intorno, è bellissimo vederli giocare, buttarsi nella sabbia, correre e rincorrersi per le strade, sporcarsi. Altro che i bambini italiani! Mi ricordo che quando lavoravo alla scuola elementare, alle 4.30 c’era sempre qualche mamma che si arrabbiava con il figlio che si era sporcato giocando a pallone e che lo rimproverava per aver infangato le preziosissime scarpe nuove della Nike. Ma dai, io da piccola avevo le Superga tarocche e la tuta con i pantaloni con l’elastico in fondo con i Power Rangers!!!
Mi hanno circondata e mi hanno accompagnata nel cortile di casa loro, una sorta di casa di corte indiana, ma i genitori dei bimbi mi hanno cacciato fuori inorriditi, ci mancava giusto che mi dicessero “Sciò, sciò, pussa via!” che neanche con le scimmie sono così inospitali!
Ah, poi oggi sono andata a comprare i braccialetti, da una vecchina per strada. malmostosa da matti, proprio! Mi sono seduta nella tipica postura indiana, che consiste nell’accovacciarsi come se si fosse su una turca (dev’essere abitudine, qui non usano il water ma, appunto, la turca), ma dopo un po’ mi sono stufata e mi sono seduta come gli altri indiani: quelli d’America, cioè a gambe incrociate, occupando i tre quarti del passaggio con il mio culone (a proposito: chi l’ha detto che in India si dimagrisce??? Io qui sto ingrassando, e mi sto pure riempiendo di brufoli causa spezie). Come mio solito, ho impiegato parecchio tempo per scegliere cosa comprare, e alla fine ho optato per tre dozzine di braccialetti di vetro(60 rupie in tutto): una dozzina rossa, una verde e una nera con decorazioni bianche e rosse. La vecchina malefica mi ha fatto togliere i bellissimi braccialetti colorati comprati il secondo giorno e mi ha vietato categoricamente di riprendermeli, e quando c’ho provato mi ha fatto una faccia schifatissima. Da quanto ho capito, porta sfortuna. Il problema è che mi ha messo i braccialetti verdi. E non so come abbia fatto ad infilarmeli, visto che ora non escono più! E non è che non escono più perché ho caldo, o le mani gonfie. No, non funziona neanche il sapone, è assurdo! Farò come le donne-giraffa in Africa, crescerò con questi bracciali al polso e quando me li toglieranno (o meglio: taglieranno o spaccheranno, qui non esiste altra soluzione!) sembrerò un’invertebrata. È che la pratica della rottura dei braccialetti mi rimanda al rito che veniva compiuto nei confronti delle vedove: infatti, la polvere rossa nella scriminatura dei capelli, il medaglione, il bindi (il puntino sulla fronte, il cosiddetto “terzo occhio”) (a proposito: per ridere un po’ guardate questo video,


http://it.youtube.com/watch?v=002AY4cb5uw

è una pubblicità indiana che io trovo geniale!) e i braccialetti di vetro colorati, appunto, sono gli ornamenti simbolo della donna sposata. E quando il marito moriva, tutti questi simboli le venivano brutalmente strappati dalle préfiche. Ora la situazione è diversa, grazie al cielo.
Ora vado a nanna, ché siamo tornati “tardi” per gli standard indiani! (Mamma, vedi che non è che io torno a casa tardi a prescindere? ;o) ) A mezzanotte! Ci sentivamo delle cenerentole, con Mangla che ci ha rimproverato perché eravamo in ritardo! Del resto qui la sera non c’è nulla da fare, e comunque il sole tramonta alle 17.30, per cui bisognerebbe andare a dormire presto e alzarsi presto. Sì sì, certo, contateci.


Sò!

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