lunedì 20 ottobre 2008

13 ottobre 2008

Ieri notte finalmente è arrivato il celeberrimo Fausto,che alias Pasto (così lo chiama Mangla, che non riesce a pronunciarlo bene), il figlio di Vrinda e Stefano, i fondatori della Kautilya Society, ovvero l’ONG che si propone di includere Varanasi e i suoi ghat (le scalinate che portano al Gange) nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco. In sostanza Ram Bhavan, la nostra guesthouse, serve per finanziare questo progetto.
Per ulteriori informazioni vi rimando al sito:
http://www.kautilyasociety.com/heritage/
Pasto ha detto che ci porterà un po’ in giro in questi giorni, a conoscere un po’ Varanasi. Mi sono proposta per aiutarli nel loro progetto, in fin dei conti il tempo non mi manca!
Il nostro eroe, Pasto, appunto, si è offerto di scarrozzarci qua e là per mostrarci Varanasi, e farci conoscere le sue tradizioni. Infatti, come tutti i bambini indiani che si rispettino, oggi nel tardo pomeriggio siamo saliti in terrazza, muniti di bastone scaccia-scimmie, per far volare l’aquilone che Raju ha regalato ad Ariele. Infatti qui i ragazzini giocano con gli aquiloni, molto rudimentali, e addirittura si danno battaglia nei cieli illuminati dal sole del tramonto, è uno spettacolo meraviglioso. Pasto ha insegnato ad Ariele a farlo volare, (il video è qui: http://it.youtube.com/watch?v=K57TRPMwprs ) ma purtroppo ce l’hanno tagliato. Eh sì, perché in genere alla base del cosiddetto patang (aquilone) c’è un filo di vetro che taglia, ma noi siamo proprio dei dilettanti, delle schiappe, e avevamo solo il nylon. Game over, insomma. Il problema è sorto dopo, perché eravamo circondati da una cinquantina di scimmie! Che ridere, come potete ammirare nel video:
http://it.youtube.com/watch?v=tc5IG4bWuho
c’era “piccolo scimmiotto esplora il mondo” che veniva preso in ostaggio dalla sua mamma, che gli afferrava il muso e lo riempiva di baci. Poi lui cercava di staccarsi, ma la mamma lo riacchiappava e se lo sbaciucchiava di nuovo. Che non mi vengano a dire che l’uomo non deriva dalle scimmie. (Per quanto mi riguarda, sono io l’anello mancante della catena uomo-scimmia).
Oggi ho finalmente avuto l’impressione di amare questa città. Finora avevo paura ad esprimere le mie impressioni, le mie sensazioni, perché non volevo ammettere che non mi piaceva. Che mi irritava andare in giro ed essere chiamata in continuazione, che mi dava fastidio fare la gimkana per le stradine sporche, che non riuscivo a definire bella questa città, che mi sconcertava vedere la gente lavarsi e farsi il bagno nelle acque luride della sacra Ganga. Eppure oggi, per la prima volta, mi sono resa conto che la bellezza di Varanasi va ben oltre i miei canoni estetici di bionda ragazza occidentale. È una bellezza che si fa scoprire a poco a poco, ma che ti pervade la mente il cuore la pelle, come i suoi odori di fritto spezie spazzatura incenso cacca di mucca sapone gas di scarico rosa. Incredibile come in poche ore sia riuscita a cambiare idea su questa città; incredibile come guardare Varanasi illuminata dal sole del tramonto, da una terrazza che offre una vista mozzafiato sulla città vecchia e sul Gange cambi totalmente le prospettive, avvicini le persone (e anche le scimmie!).


Pasto stasera ci ha portato al ristorante “cinese”, che non è come quelli che ci sono in Italia: qui è gestito da indiani, e il cibo è “cinese” ma speziato all’indiana,e in alcuni casi parecchio piccante. Da segnalare alla Lonely Planet il dolce, una sorta di brownie caldo al cioccolato con gelato alla vaniglia. Una bontà! Al ritorno siamo rimasti coinvolti in un ingorgo nelle viuzze: un cavallo, due asini e una moto. Inutile dire che la natura ha avuto la meglio! Il nostro fotoreporter ha filmato questo momento: http://it.youtube.com/watch?v=gfAlVZ7zINE
Ora nanna, domattina alle 5.50 dobbiamo essere pronti, Pasto ci porta a vedere l’alba sul Gange!
Buonanotte,
Sò!

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