venerdì 23 ottobre 2009

28 settembre 2009

Di ritorno a Varanasi, mi sembra così strano accorgermi che nulla è cambiato dall’anno scorso, come se non fossi mai partita. Le persone qui in Bengali Tola (la viuzza che percorro per andare da Raju) si ricordano di me, mi salutano, mi chiedono come sto e si preoccupano perché sono dimagrita.



Ho conosciuto tutta la famiglia di Raghni, composta da mamma, papà, cinque figli (Toni, la maggiore, di 16 anni, Pankaj, il barcaiolo, di 15, Prakash, 12 anni, Raghni, 10, e Karan, il minore, di quasi 5 anni), mi hanno accolta come una figlia, felicissimi di rivedermi. Ho visto la loro “casa”: abitano fuori -sì, FUORI!- da un edificio, uno spazio di pochi metri quadrati sormontato da un telo di plastica. Un tavolaccio di legno è l’unico mobile che hanno, dove dormono Toni, Raghni e Karan, mentre gli uomini dormono sulla barca, e la mamma dorme per terra, sulla pietra. Ovviamente l’acqua potabile è un’utopia, e il bagno non c’è, se non ho capito male vanno alle latrine pubbliche. Ma sono persone molto dignitose e generose, e mi hanno persino offerto il chai, la cena…






Per il resto, qui fa un caldo terribile! Ci sono circa 35°C, ma con un’umidità del 97-98% praticamente ci si squaglia, ci si scioglie, e ci si liquefà, e si suda solo a respirare. Devo dormire con il ventilatore acceso e mi sveglio con il mal di gola, ma l’alternativa è non dormire affatto, quindi scelgo il male minore!






Ieri, sabato, sono andata con Alessandro a vedere la Durga puja in diversi pandal, ovvero delle strutture temporanee finanziate dalle famiglie del vicinato -quindi più le famiglie sono facoltose e più il pandal sarà ricco- o a mo’ di tempio che ospitano appunto le murti, le statue delle divinità, in particolare Durga, e dove viene celebrata la puja. In particolare, ci siamo fermati in un pandal in Kedar ghat, dove io ed Alessandro siamo presto diventati l’attrazione del luogo. Le donne si complimentavano con me per la mia mise (indossavo la sari) e ho fatto amicizia con una signora, estasiata dal fatto che parlassi hindi, che poi mi ha presentato tutta la famiglia. Poi ho conosciuto un’altra che ha voluto assolutamente lasciarmi il suo numero di telefono perché voleva invitarmi a casa sua, con grande imbarazzo della figlia adolescente. Nel frattempo, ho ricevuto un sms da un numero sconosciuto: era il ragazzino del treno! Mi ha scritto “ciao Sonia, sono badmash, come stai?”. Io ovviamente non gli ho risposto: mai dare troppa confidenza ai bimbiminkia (Giugi, a te il compito di spiegare questo termine alla mia mamma e al mio papà!) indiani!


Mi sono seduta davanti, insieme a queste donne, e ho seguito la cerimonia, che è sempre molto suggestiva, e coinvolge tutti i sensi, anche il gusto, visto che offrono sempre le prasaad da mangiare, dopo che sono state benedette. Suggestiva ma anche buffa, considerato com’era conciato il pandit…





Nel frattempo, sono arrivati anche Raju, sua moglie Sapna e la piccola Meghna, che mi ha raggiunta davanti. Durante la puja ci offrivano i fiori, poi li riprendevano, e poi ne davano altri… E io già avevo problemi a capirci qualcosa, poi, con Meghna in braccio a cui dovevo dare e prendere i fiori era un macello, ma è stato bello.


Dopo aver mangiato le prasaad, io, Alessandro, un suo amico e i suoi bimbi, siamo andati in giro a vedere altri pandal, e io mi portavo a spasso Pavni, la facevo ballare, e lei era tutta contenta. Ma non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere pericoloso portare un bambino in giro in una città incasinata e senza regole come Varanasi!!!






Ieri sono andata con Alessandro al ristorante Aman, il ristorante preferito da me e dalla Cri e dalla Michy. Peccato che, lungo la strada, mentre camminavo a fianco di Ale, mi sono sentita toccare sulla spalla, mi sono girata e mi hanno palpato il culo! Erano in tre in moto, quindi non so se quello che s’è beccato la mia manata era il diretto responsabile o meno, in ogni caso era complice. Raju mi ha consigliato, la prossima volta, di prenderlo per l’orecchio e di tirargli una bella pizza in faccia, giusto per non smentire le mie origini italiche! (tra l’altro, qualche giorno fa in Vishwanath lane un vecchiaccio ha cercato di palpare, ma avevo il pugno pronto sul culo e gli è arrivata una manata e poi un calcio all’indietro).


Arrivati ad Aman, eccolo, il mittico Baffo ad aprirci la porta sorridente (era evidente che si ricordava di me!), e finalmente ho potuto gustare l’Almond Chicken, che sognavo da un anno. L’unico problema è stato che c’era troppa folla, e dopo un po’ al nostro tavolo s’è seduta una famiglia, con cui abbiamo prontamente fatto amicizia. Quando sono qui in India tutte le donne mi fanno i complimenti, mi dicono che sono bella, è proprio una sferzata alla mia autostima! Lo so che dicono che sono bella solo perché sono di carnagione chiara, ma insomma, non smontatemi!







Oggi, infine, ho fatto un ottimo acquisto: la “nighty”, la camicia da notte indiana, che arriva fino ai piedi -e che mi farà sicuramente inciampare- che le donne usano sempre, quando sono in casa. È comodissima! Ora capisco perché tra sari, salwar kamiz e nighty le donne non si fanno i peli in India!!! :D

Stasera ho visto un tramonto meraviglioso, dalla terrazza di Ram Bhavan... Per le altre foto vi rimando, come al solito, a: http://picasaweb.google.it/lemonsonia/LaMiaSecondaPrimaSettimanaIndiana02#





Ah, ecco cos’ho trovato su internet… E subito ho pensato: “Oh nooo... E adesso cosa ci faccio in India?!?!” Ahahah, scherzo, per fortuna si sono resi conto dell'ignominia del programma!!! Come ha ben detto la giornalista:


“La Tribù - Missione India” si candidava fin dal principio a diventare il... peggior prodotto della stagione. Una raccapricciante caricatura di un Oriente primitivo frugato, distorto e offeso dallo sguardo selvaggio e sempre più insolente di una tv che più...ignorante e spudorata non si può"


Ma ora mi rimane un dubbio: cosa farà Raz Degan?!? L'ho visto in aereo e pare che andasse lì... Tra l'altro sembra che al consolato abbiano fatto un sacco di storie per i visti... Non l'hanno dato a me il visto da sei mesi lo devono dare a questa banda di deficienti?!?!








NIENTE TIVù PER LA TRIBù


Dopo zuffe, rinvi e ritardi, Mediaset cancella definitivamente il nuovo reality di Canale 5.


Tanto tuonò che piovve. “La Tribù - Missione India”, il nuovo adventure-reality di Canale 5 è stato cancellato. A ufficializzare la decisione è proprio Mediaset che, esasperata dai gravissimi ritardi accumulati, attraverso un comunicato ha scaricato tutti i suoi fulmini sulla società incaricata della realizzazione del programma -la Triangle Production di Silvio Testi-, e ha messo la parola fine sul caso più ingarbugliato della nuova stagione televisiva. Banditi dal regno, in breve. Non c’è oggettivamente più posto nel palinsesto e la pazienza è esaurita.


Nello stesso comunicato parole di gratitudine sono invece state rivolte alla conduttrice Paola Perego, ai concorrenti e al proprio personale che sarà costretto a rientrare dopo un mese di vano lavoro sul posto.


Ma non può certo chiudersi così la partita e infatti, alla luce dei danni subiti, Mediaset si riserva ogni iniziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti.


Un cataclisma che ha davvero pochi precedenti nella storia della tv e che ha però anche il sapore salato delle lacrime di coccodrillo.


Il disastro era annunciato. Tutto lasciava presagire tempeste. Prima l’insofferenza che Paola Perego aveva manifestato nei confronti del progetto. Un capriccio? Forse. Andiamo avanti.


Poi la rottura tra la conduttrice e l’azienda a causa di alcune dichiarazioni rilasciate da Barbara D’Urso e ritenute dalla Perego e dal suo agente oltraggiose e villane. Un altro capriccio? E vabbè. Pace fatta.


Poi ancora problemi nella trasmissione satellitare, il ritiro di alcuni partecipanti, il mancato rilascio dei visti per l’India e così via in uno slittamento continuo di date che ha condotto fin qui.


E proprio su queste ultime difficoltà la Triangle ha rispedito l’accusa al mittente addossando i ritardi che le sono stati rinfacciati alla stessa RTI che avrebbe chiuso il cast solo il 10 settembre.



Ma lasciando per un momento da parte le irrimediabili sciatterie organizzative, di cui -e questa è l’unica cosa chiara- si avrà modo di discutere in sede legale, “La Tribù - Missione India” si candidava fin dal principio a diventare il peggior prodotto della stagione. Una raccapricciante caricatura di un Oriente primitivo frugato, distorto e offeso dallo sguardo selvaggio e sempre più insolente di una tv che più ignorante e spudorata non si può.


Cancellazione quindi. E sarà il caso di rammaricarsene?

Ludovica Sanfelice

Baciugi a tutti e a presto,
Sò!







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