domenica 16 novembre 2008

29 ottobre


Ooooh, che festa meravigliosa Divali! Ieri finalmente abbiamo indossato le nostre sari, con i bindi, i churi (i braccialetti), le scarpe nuove… Ci siamo addirittura truccate per l’occasione, cosa che non facevo da prima di partire! Sembravamo delle principesse, nelle nostre sari colorate, le mani decorate con l’hennè… Credo di non essermi mai sentita così bella come ieri. È incredibile come un pezzo di stoffa, “I'll tell you sister: this is very good quality, very good quality!”, come diceva il nostro dukandar, ma pur sempre un pezzo di stoffa (a proposito: in hindi non esiste il termine “vestito”, ma si adopera kapra, ovvero stoffa, tessuto. Del resto, è più difficile trovare vestiti già pronti, piuttosto che farli fare) possa farti sentire così bene. Non sono (troppo) vanitosa, ma ieri mi sono sentita proprio bellissimissima! Eravamo proprio raggianti.
Ma insomma, bando alle ciance, e vi racconto un po’ della serata di ieri, che è stata molto bella. Avvolte nelle nostre sari, io, Michi, Cri, Silvia e Mili ci siamo fatte largo tra la folla festante, distribuendo toffee speziate ( fanno così persino le caramelle!) a tutti e siamo finalmente arrivate -con un’ora di ritardo, ma insomma, eravamo in cinque donne!- a casa
di Manooj, il maestro di canto di Mili. Dopo le presentazioni di rito, io e la Cri ci siamo fatte accomodare le sari dalle donne di casa, perché Mangla l’aveva sistemato per bene alla Michi, poi si vede che s’è stufata e a noi l’ha messo alla bella e meglio. Quindi abbiamo finalmente potuto dare sfogo alla nostra vena egocentrica scattando decine di foto nel terrazzino al primo piano. Siamo poi salite sulla terrazza vera e propria (qui, ovviamente, le case non hanno il tetto) da dove potevamo godere una splendida vista di Varanasi notturna illuminata da lumini e candele, nonché da fuochi artificiali e botti assordanti che illuminavano a giorno le strade. Abbiamo acceso centinaia di candeline lungo tutto il muro che circondava la terrazza, cavolo, ci hanno costretto ai bassi lavori di manovalanza! Tra l’altro dovevamo fare attenzione a non bruciarci la sari, prima di diventare sati !
Sati, la “Virtuosa”, la sposa di Śiva che si diede volontariamente la morte nel fuoco per vendicare una grave offesa recata al consorte. Da qui ha preso il nome la pratica hindu dell’immolazione della vedova sulla pira funebre del marito. [tratto dalla mia tesi]
Comunque abbiamo ammirato la città in festa dalla terrazza, mentre Pradeep -il fratello di Manooj- faceva scoppiare i pataka e poi cominciava a saltellare di qua e di là per evitare di bruciarsi i piedi, altro che fachiri! Del resto, qui la gente va in giro scalza persino in giro per strada (e se è per quello, ho visto anche un sacco di occidentali così… Tra cui la Silvia…), figuriamoci se le tiene in casa! E ovviamente il concetto di “ciabatta” è assolutamente astruso per questo popolo! Siamo state in terrazza a cercare di proteggerci dai botti e a farci foto fino alle 11, quando ormai non ce la facevamo più dalla fame e io cominciavo a progettare la macellazione di una vacca per strada per farci una bella bistecca… Per di più in casa di brahmini osservanti!!!
Poi siamo finalmente scesi nella sala da pranzo, cioè nella camera da letto, ci siamo piazzati per terra e abbiamo scofanato il piatto di pasta preparato da Mili… per di più gli standard igienici sono partico
larmente rigorosi: la cucina… a terra! L’acqua presa “direttamente” dalla cisterna, e utilizzata per lavare molto accuratamente i piatti: risciacquo e poi si fa come nel girotondo… Tutti giù per terra! Quanti soldi che sprechiamo noi per Svelto, spugne varie, scolapiatti, addirittura lavastoviglie… Ora che ho imparato questo nuovo modo per lavare le stoviglie penso che lo adotterò a casa… Così forse è la volta buona che non mi faranno più lavare i piatti!!! Io, Cri e Michi abbiamo portato dolci e cioccolato… Hanno messo qualche dolcetto in un piattino per noi e basta… Non è come da noi che quando gli ospiti portano i pasticcini poi li si mangia tutti insieme… Qui ne danno un paio a coloro che li hanno portati, così, giusto per dare il contentino e poi basta, il resto se lo magnano tutto loro… Chiamali scemi!! Dopo la lauta -ehm-cena abbiamo assistito alla performance live di Manooj, che cantava e suonava la pianola mentre suo fratello suonava i tabla… Dopo due minuti che continuavo a sentire la stessa lagna stavo cominciando ad addormentarmi… E non ero certo l’unica! Per fortuna che dopo la seconda canzone abbiamo deciso di andare, quindi abbiamo salutato i nostri ospiti, ci siamo rimesse le scarpe e ci siamo dirette al ghat principale, cercando di schivare i botti e tappandoci le orecchie per il frastuono. Poi abbiamo salutato la Silvia che ha detto che sarebbe rimasta lì con dei suoi amici e io, Michi, Cri e Mili siamo tornate a casa.
Mentre tornavamo abbiamo incontrato dei ragazzi che erano alunni di inglese di Mili, e siamo stati un po’ a chiacchierare con loro. Uno di loro, ci ha spiegato Mili, vendeva le cartoline sul ghat, viene da una famiglia molto numerosa e povera, con un fratello malato di AIDS. Mili insegnava inglese a lui e ai suoi fratellini, e lui era davvero desideroso di apprendere e di studiare, e approfittava di ogni attimo libero per studiare. Ora questo ragazzo va all’università! Io non sapevo la sua storia, ma vedevo i suoi occhi che si illuminavano orgogliosi quando parlava dell’università. Lui e i suoi amici ci hanno poi riaccompagnate a casa, ma i nostri vicini (o presunti tali) ci hanno invitato a visitare il tempietto (uno dei millemila) di fianco a casa, pregno di fumo e del profumo di incenso e dei fiori offerti come prasaad (l’offerta alla divinità). Per terra c’erano decine e decine di lumini con l’olio profumato, e il caldo era davvero insopportabile. Dopodiché abbiamo finalmente varcato la porta di casa e siamo andate a nanna. Il problema è sorto questa mattina, visto che la Silvia non era ancora tornata e abbiamo cominciato a preoccuparci, vedendo che non era tornata neanche per pranzo. Alle 17.30 abbiamo deciso di prendere la situazione in mano e siamo andate a cercarla, preoccupatissime. Dopo aver girato un po’ e aver chiesto anche al suo amico, siamo arrivate sui ghat, dove l’abbiamo vista tranquilla e serena che cantava con un gruppetto di turisti. Grrrrr, che nervi!!! Ormai avevamo allarmato anche gli altri ospiti di Ram Bhavan (in questi giorni è arrivata un po’ di gente), e Pasto, che è tornato apposta a Varanasi per Divali. E così abbiamo perso una giornata, preoccupate che le potesse essere successo qualcosa, mentre lei era in giro a cazzeggiare. Per carità, menomale che non le è successo niente, però ti girano le palle, soprattutto se poi lei ti dice, con tutta la calma del mondo “Eh, ma ragazze, voi dovete vedermi un po’ distaccata…” Mili comunque le ha fatto una bella ramanzina. Che di sicuro non servirà a nulla.

Buonanotte,
Sò!

28 ottobre: Divali!!!

Oggi è finalmente Divali, la festa indiana -non necessariamente hindu, anche se l’origine è chiaramente religiosa, ma coinvolge tutti, così come tutte le feste qui: gli indiani non perdono certo l’occasione per festeggiare!- che celebra il ritorno di Rama, l’eroe del poema epico Ramayana, nonché avatara, reincarnazione, di Vishnu, nella capitale del suo regno, Ayodhya, dopo un esilio di quattordici anni, e dopo aver sconfitto -con l’aiuto del dio-scimmia Hanuman e del suo esercito- il demone Ravana che aveva rapito la moglie di Rama, Sita. Una volta tornato ad Ayodhya, i sudditi avevano accolto i loro sovrani con candele e piccoli cocci con olio profumato.

Quindi si festeggia in tutta l’India e in Nepal, accendendo lumini e candele e facendo scoppiare i pataka, i petardi, e i fuochi d’artificio.

Dopo la lezione con Raju, ho cercato di raggiungere il negozio di Nawal, dove avevo fatto cucire una borsettina da usare con la sari. Ma, strano a dirsi, dato il mio spiccato senso dell’orientamento, mi sono persa. Mi sono ritrovata in un ingorgo di persone e ad un certo punto mi son sentita toccare il culo, che qui è una pratica piuttosto diffusa (penso che brevetterò le mutande con gli spuntoni all’esterno, sarebbero molto utili anche nelle discoteche italiane!!!). Mi sono rivolta -senza fiducia- a un poliziotto, il quale mi ha risposto che dovevo telefonare alla polizia!!!! Che uomo ligio al dovere, eh?

Ho dovuto chiamare la Michy e la Cri che sono venute a recuperarmi e mi hanno portata da Nawal, e poi siamo tornate a casa a prepararci, perché stasera andiamo ad una festa con Mili, a casa del suo maestro di canto.

Subito dopo siamo andate a trovare Neelu, l’estetista, che ci aveva invitate da lei per Divali, visto che ci teneva moltissimo. Mangla non voleva neanche che andassimo, perché diceva che la casa è piccola… Ma che importa? Lei era così contenta di vederci, e, tutta orgogliosa, ci ha presentate alle sue amiche, una più bella dell’altra, con i salwar kamiz della festa (in genere i salwar kamiz sono per le donne “single”, mentre le sari sono per le donne sposate)

Ormai mi sono fatta conoscere da tutti per la mia puntualità, quindi è meglio che mi muova, non vedo l’ora di indossare la sari! Ovviamente ci aiuterà Mangla, visto che è abbastanza difficile.

Shubh Divali a tutti!